Nella sezione filosofia ho citato una frase di Eric Berne, padre dell’Analisi Transazionale: “la maggior parte degli esseri umani si sente a disagio se posta di fronte ad un periodo di tempo non pianificato”. Avere una certa quantità di tempo da trascorrere senza sapere cosa fare, può generare una sensazione molto vicina al senso di incertezza.
Inquietudine. Un vuoto da colmare.
Dover fare una scelta e non sapere se si rivelerà giusta in futuro può essere una situazione che crea ansia. Quotidianamente ci troviamo di fronte a situazioni dove abbiamo il dovere di scegliere, ed ogni scelta porta a conseguenze specifiche. Alcune scelte saranno ad impatto zero o quasi (scegliere la fila sbagliata alle poste) ed altre cambieranno la nostra vita (scegliere la persona giusta con cui vivere). I problema è che non riusciamo a prevedere il futuro con certezza. Navighiamo nell’incertezza.
Nel mondo degli investimenti (finanziari, immobiliari etc.) succede esattamente la stessa cosa.
Spesso, nel valutare una scelta passata, ci dimentichiamo delle condizioni in cui l’abbiamo fatta; anzi, avendo a disposizione i risultati della scelta, cioè sapendo come è andata, ci sembra quasi ovvio cosa avremmo dovuto fare e ci chiediamo come abbiamo fatto ad essere così miopi. Questo è uno degli errori più comuni che si commette nell’ambito degli investimenti: un’illusione cognitiva, l’illusione del senno del poi.
“Il nocciolo dell’illusione è la presunzione di capire il passato, che implica la presunzione di poter conoscere il futuro; in realtà noi capiamo il passato meno di quanto crediamo…Un limite della mente umana è l’imperfetta capacità di ricostruire stati passati di conoscenze, o credenze che sono cambiate (D. Kahneman, Pensieri lenti e veloci)”.
Ho voluto citare lo psicologo che ha vinto il premio Nobel per l’economia proprio per sottolineare quanto sono collegate le due scienze. In pratica Kahneman dice che una volta che constatiamo cosa è successo e cambiamo la nostra visione su un particolare evento, non ci ricordiamo più quello che sapevamo e credevamo, prima che l’evento accadesse: l’illusione del senno del poi.
Nel mondo degli investimenti l’incertezza regna sovrana. Si cerca continuamente di ridurre le emozioni negative e allora ci si addentra nel mondo delle previsioni basate sulle statistiche del passato: è l’unica cosa che abbiamo! Abbiamo a che fare con le probabilità, che normalmente, per spaventare i risparmiatori, noi del settore chiamiamo “rischio”.
Ma il rovescio della medaglia del rischio è il rendimento. La relazione tra queste due grandezze è abbastanza proporzionale: all’aumentare della prima cresce anche l’altra. Senza il rischio non ci sarebbe rendimento; e viceversa. L’unica cosa che dobbiamo fare è decidere il grado di rischio da correre, una quantità che riusciamo a sopportare con tranquillità.
A questo punto, come in un film a lieto fine, arrivano i nostri: la diversificazione e il tempo! Ma questo sarà oggetto di altre riflessioni.